Scambio sul posto GSE

Le alternative per la fine dello Scambio sul Posto

Con la delibera n. 457/2024/R/Efr del 5 novembre 2024, l’ARERA ha recepito la direttiva Red II (D.Lgs. 199/2021), mettendo fine allo Scambio sul Posto.

Può sembrare un qualcosa di poco conto, o totalmente ignorato dalla maggior parte della popolazione, ma è una decisione che stravolgerà pesantemente il mercato del fotovoltaico.

Facciamo però un po’ d’ordine e proviamo a comprendere di cosa stiamo parlando: a partire dal 31 dicembre 2024 verrà ufficialmente sancita la fine del cosiddetto Scambio Sul Posto (SSP), ma in cosa ha consistito e quali saranno le alternative a disposizione degli utenti che ne hanno usufruito fino ad ora?

Lo Scambio Sul Posto o SSP è una particolare agevolazione introdotta dallo Stato nel 2005 per consentire ai proprietari di impianti fotovoltaici di sfruttare appieno l’energia prodotta e sostenere la loro autosufficienza energetica. Si tratta fondamentalmente di un sistema di compensazione che punta a ridurre la discontinuità energetica di questa particolare fonte rinnovabile.

Si è trattato, per molti anni, della principale forma di incentivazione per lo sviluppo del fotovoltaico.

Quando un impianto fotovoltaico produce un eccesso di energia, essa viene immessa nella rete elettrica pubblica passando dai relativi contatori; quando invece l’impianto non produce energia (come ad esempio nelle ore notturne), essa viene nuovamente prelevata dalla rete pubblica.

Il Gestore Servizi Elettrici (GSE) analizza i dati registrati dai contatori, e in base alla quantità di energia immessa e prelevata procede poi a rimborsare l’utente proprietario dell’impianto, in caso di immissione superiore al prelievo.

Facendo un caso pratico, ipotizziamo un impianto da 6 kWp che produce, mediamente, 25 kW al giorno (ovviamente di più in estate e di meno in inverno, e l’SSP, calcolato su base annuale, compensava parzialmente anche questo), sempre per ipotesi diciamo che l’auto consumo nelle ore diurne fosse del 20%, quindi 5 kWh consumate e 20 immesse in rete. Sempre per ipotesi (e semplificando un po’) diciamo che lo stesso utente, mediamente, consuma nelle ore notturne tale energia, riportando il conteggio a zero. In tale circostanza l’autoconsumo sarebbe del 100% e l’SSP permette di “azzerare” la bolletta elettrica.

Con la Delibera suddetta, l’ARERA ha stabilito l’abolizione di questo sistema. Più precisamente, potranno continuare a rinnovare il contratto di Scambio Sul Posto solo gli utenti che lo hanno attivato da meno di 15 anni, e solo fino al quindicesimo anno dalla sottoscrizione del contratto. Dopo tale scadenza, saranno assegnati al meccanismo di ritiro dedicato, come anche gli utenti che ne avevano usufruito per più di 15 anni e gli utenti intenzionati a costruire un impianto nel 2025.

Contestualmente all’abolizione dello Scambio Sul Posto, l’ARERA ha promosso delle soluzioni atte a incoraggiare la condivisione energetica (come le comunità energetiche), ma a causa della loro complessità non tutte sono attuabili in ambito domestico.

Un’altra alternativa, come già detto, è il ritiro dedicato, che consiste nella vendita da parte dell’utente dell’energia verso la rete pubblica (questa vendita prevede una tassazione, come fosse un normalissimo introito, e va inserita nella dichiarazione dei redditi) e al bisogno il prelievo verrà pagato a costi di mercato. In questa circostanza, l’utente dell’ipotesi precedente, si ritrova a vendere i suoi 20 kWh, pagarci le tasse sopra, e riacquistare la stessa energia, pagando ancora le accise e tutto ciò che conosciamo dalle classiche bollette. Si tratta evidentemente di un sistema poco efficiente ed economicamente svantaggioso.

E allora, considerando il poco beneficio ricevuto dal ritiro dedicato e le complessità per creare una comunità energetica, quali sono le vere alternative allo Scambio sul Posto? Un utente, che produce energia di giorno ma la sfrutta maggiormente la sera, quali strade può percorrere per evitare di “regalare” l’energia prodotta?

La principale alternativa è rappresentata dall’installazione di sistemi di accumulo fotovoltaico: si tratta di particolari batterie ricaricabili, più comunemente al piombo o agli ioni di litio, che provvedono ad accumulare l’energia in eccesso che l’impianto fotovoltaico produce nell’arco della giornata. Al tramonto del sole, con la fine della produzione di energia, si potrà sfruttare autonomamente l’energia così raccolta per le ore serali e notturne o i periodi di scarsa radiazione solare, evitando così di doverla riacquistare dalla rete pubblica.

Tipicamente gli accumulatori hanno “blocchi” da 5 kW (ma ci sono offerte anche con altri tagli) e se ne possono impilare più di uno. Quindi, nell’esempio dell’utente che ci ha accompagnato fin qui, con un accumulo di 10/15 kW riuscirà, almeno parzialmente, a replicare la logica dell’SSP.

Com’è facile intuire, questo sistema presenta diversi vantaggi:

  • Consente di sfruttare tutta (o quasi) l’energia prodotta da un singolo impianto e ridurre notevolmente la quantità di energia da acquistare eventualmente dalla rete pubblica;
  • Consente dunque anche di risparmiare sulla bolletta della luce;
  • Consente una maggiore indipendenza energetica all’utente;
  • Contribuisce a ridurre l’impatto ambientale e lo sfruttamento di fonti fossili, privilegiando l’energia pulita prodotta da fonti rinnovabili.

Va da sé che chi vorrà accumulare l’energia prodotta dovrà giocoforza andare incontro a delle spese, per l’acquisto e l’installazione di tali batterie.

Spese che erano “inutili” con l’SSP (proprio il sistema SSP fungeva da batteria distribuita e immateriale) ma che iniziano a diventare giustificate dal termine dello stesso.

Ovviamente nessuno ha la palla di cristallo ed è difficile dire a priori quale sarà la variazione del costo degli accumuli data la fine dell’SSP, ma certamente ci sarà un aumento della domanda e se l’offerta non seguirà la richiesta il rischio è che tali sistemi possano iniziare a costare più del dovuto in un tempo relativamente breve.

Invece non è necessaria la palla di cristallo per comprendere qual è il costo di tali sistemi al momento e dando uno sguardo veloce alle offerte di ENEL si nota come:

  • Sistema di accumulo da 5 kWh: 4.490 €
  • Accumulo da 7,5 kWh: 6.190 €
  • Accumulo da 10 kWh: 7.590 €

Vuoi installare un sistema di accumulo?

  • Sfrutti l’energia prodotta durante il giorno
  • Eviti tassazione sulla vendita/acquisto dell’energia
  • Nessuna comunità energetica, produci e consumi per te stesso